lunedì 1 agosto 2011

I COSMETICI FANNO INGRASSARE?

Un servizio del Tg2 andato in onda il 14 Luglio 2011 alle 13.00 ha portato alla ribalta una problematica che, se confermata, sarebbe piuttosto inquietante!
In pratica, citando uno studio compiuto dal Mount of Sinai Medical Center di New York si sostiene che l'utilizzo di cosmetici che al loro interno abbiano elevate quantità di ftalati potrebbero portare ad un aumento del peso corporeo.
A fare chiarezza pensa UNIPRO (Associazione delle imprese che operano nel settore della cosmetica) con una circolare pubblicata sul proprio sito dall’eloquente titolo “I COSMETICI NON FANNO INGRASSARE” e della quale vi cito il testo integralmente:
In riferimento al servizio andato in onda nel corso dei TG2 RAI delle 13,00 e delle 20,30 del 14 luglio scorso ed alle riprese di altri mezzi di comunicazione, nei quali si accusano i prodotti cosmetici di contribuire al problema dell’obesità, desideriamo tranquillizzare tutte le persone che possono essersi spaventate di fronte ad una notizia così allarmante e rassicurarle sulla completa sicurezza dei cosmetici e la loro estraneità al problema dell’obesità.

Nei suoi servizi televisivi il TG2 ha ripreso i risultati preliminari di uno studio americano sull’obesità infantile, secondo cui alcune sostanze presenti in diversi prodotti di consumo, tra cui i cosmetici (tra queste sostanze vengono citate in modo particolare gli ftalati), possono agire come “interferenti endocrini'[1] e in tal modo essere anche responsabili dell’aumento di peso.

E’ noto che l’assunzione di alte dosi di sostanze estrogene, come ad esempio ai livelli contenuti nelle pillole anticoncezionali, possono determinare, come effetto collaterale, l’aumento di peso. Ciò è dovuto a un problema di ritenzione dei fluidi o ad effetti anabolici (con la stimolazione nel corpo alla produzione di proteine) o ad entrambi questi fenomeni.
Poiché in realtà, è ben risaputo che la capacità estrogena delle sostanze citate nel sevizio televisivo è molto bassa, che i livelli usati nei cosmetici sono a loro volta molto bassi e che la possibilità che queste sostanze vengano assorbite dalla pelle è minima, risulta assolutamente inconcepibile ipotizzare che l’impiego di prodotti cosmetici possa determinare un aumento di peso.

Per quanto poi riguarda in particolare gli ftalati, questi rappresentano una categoria molta ampia di sostanze chimiche con caratteristiche e proprietà diverse; per alcune di queste si sono dimostrati degli effetti tossici a livello riproduttivo, quando impiegati a dosi molte alte. Gli ftalati con queste caratteristiche negative sono vietate nei cosmetici e quindi non sono presenti in alcun prodotto cosmetico disponibile sul mercato.

Alcuni ftalati sono ammessi nei prodotti cosmetici proprio perché hanno dimostrato di non possedere alcun effetto tossico e la loro sicurezza non è in alcun modo in discussione nel dibattito scientifico. Anzi, la totale innocuità del ftalato maggiormente impiegato nei cosmetici, il dietilftalato, è stata ulteriormente confermata di recente, dopo un’attenta valutazione, dal Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore (SCCS), l’organismo della Commissione europea composto da autorevoli scienziati e ricercatori provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea. 

I prodotti cosmetici sono sicuri. Infatti rappresentano oggi una delle categorie di prodotti maggiormente e più severamente regolamentati e questo garantisce un alto livello di sicurezza per il consumatore. Tutti i prodotti cosmetici, prima di essere messi in commercio, sono sottoposti ad una rigorosa valutazione di sicurezza, condotta da un esperto, che tiene conto di ciascun ingrediente, della sua concentrazione nella formulazione e dei possibili usi finali del prodotto da parte dei consumatori.

Concludendo, Unipro desidera rassicurare tutti i consumatori sulla sicurezza dei cosmetici e sulla loro completa estraneità rispetto al problema dell’obesità. Invita quindi tutti i cittadini e consumatori a continuare ad impiegarli con la massima fiducia e tranquillità.




1] Sostanze chimiche che sono accusate di interferire con il sistema ormonale sessuale (estrogeno) umano


Per chi, comunque, volesse porre attenzione nell’acquisto dei propri cosmetici ecco la nomenclatura INCI degli ftalati che si possono trovare:
DIETHYL PHTHALATE
BUTYL BENZYL PHTHALATE
DIBUTYL PHTHALATE
DIHYDROGENATED TALLOW PHTHALATE
DIMETHICONE COPOLYOL PHTHALATE
DIOCTYL PHTHALATE
POLYBUTYLENE TEREPHTHALATE            
POLYETHYLENE TEREPHTHALATE

In particolare, per quanto riguarda il primo (DIETHYL PHTHALATE), ecco quanto riportato dal sito di riferimento dei database delle materie prime cosmetiche (Skin deep):

DIETHYL PHTHALATE
Su una scala


Health concerns of ingredient

Cancer
Developmental & reproductive toxicity
Allergies & immunotoxicity


In definitiva credo che ognuno di noi farebbe bene a porre grande attenzione a quanto acquista, leggendo gli ingredienti in etichetta (che sono obbligatori e messi in ordine decrescente), premiando quei prodotti/aziende che utilizzano materie prime sicure e, possibilmente, di origine naturale.


Attendo vostri commenti in merito.

marco

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lunedì 18 luglio 2011

ALLERGIE AL NICHEL: COSMETICI NICHEL TESTED E NICHEL FREE - NICKEL TESTED vs NICKEL FREE

Sempre più spesso in erboristeria mi capita di assistere a richieste da parte del consumatore finale che riguardano prodotti cosmetici Nichel tested.
Purtroppo le aziende non aiutano nella scelta in quanto alcune dichiarano i propri prodotti Nichel tested, mentre altre li dichiarano addirittura Nickel free. Ovvio che il consumatore preferisca un prodotto che si dichiara Nichel free piuttosto che semplicemente Nichel tested.
Notando che spesso anche gli operatori del settore sono insicuri nelle risposte da fornire ai propri clienti ritengo utile fare un po' di chiarezza su questo argomento.

Ho chiesto perciò alla dott.ssa Cristina Caprio, laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l'Università di Farmacia di Genova, un autorevole parere supportato da quanto recita la Legge Italiana a tal proposito.

d. Dottoressa, innanzitutto ci parli delle allergie al Nichel e di come si manifestano nei soggetti sensibili
r. L’allergia al nichel colpisce una elevata percentuale di soggetti e si manifesta con rossori, prurito, vescicole e desquamazione delle zone interessate.
d. Veniamo al nostro argomento: è consentito inserire Nichel nelle formule cosmetiche?
r. Dal 2006 è vietato per legge inserire volontariamente il nichel nei prodotti cosmetici (rif. legge 713/86 e s.m. allegato II -allegato delle sostanze vietate- n° ord 1095).
d. Domanda da profano: ma se io non inserisco volontariamente Nichel in formula, com’è possibile che poi questa presenti Nichel al suo interno?
r. Bisogna ricordare che il nichel si trova ovunque, in tracce, in natura: nell’acqua, nel suolo, in molti alimenti e persino nell’acciaio inox, materiale di cui sono fatti i macchinari necessari alla produzione di cosmetici.
E’ quindi impossibile che un prodotto sia “nichel free”; è possibile invece, grazie alla scelta selezionata di materie prime meno critiche (ad esempio i pigmenti utilizzati nei prodotti make up, per la loro natura, presentano tracce rilevanti di nichel e di metalli pesanti) e a macchinari moderni e non usurati avere una concentrazione molto bassa di nichel che non è in grado di scatenare una reazione allergica da parte dei soggetti sensibili a tale sostanza.
d. La Legge stabilisce un limite massimo preciso al di sopra del quale un prodotto non può essere immesso sul mercato?
r. Per legge non esiste un limite massimo tollerato come impurezza tecnicamente inevitabile.
d. Allora come può un’azienda stabilire quando un prodotto è sicuro anche se utilizzato da un soggetto sensibile al Nichel?
r. Da alcune ricerche è stato dimostrato che la soglia di reazione per i soggetti sensibili si aggira tra i 3 e i 5 ppm (parti per milione) corrispondenti 0,0003-0,0005% nel prodotto finito. Un campione del prodotto viene prelevato e fatto analizzare da un laboratorio terzo. Nella nostra azienda (Ardes cosmetici, ndr) per essere considerato Nichel tested un prodotto deve essere al di sotto di 0,5 ppm (0,00005%), cioè dieci volte meno della soglia di sensibilizzazione. Ovviamente ogni azienda stabilisce i propri parametri, che però rientrano ampiamente nei cosiddetti margini di sicurezza.
d. Il test, per risultare attendibile, può essere fatto una sola volta e resterà valido per tutti i lotti di produzione?
r. No: ogni lotto di produzione, per le ragioni sopra elencate, deve essere testato e rientrare nei parametri.
d. A questo punto ho capito che non può esistere un prodotto Nichel free, ma solamente Nichel tested!
r. E’ considerato fuorviante per il consumatore scrivere in etichetta “nichel free”. Infatti tale scritta potrebbe orientare la scelta di acquisto verso un prodotto che in realtà non ha niente di più rispetto ad un altro sul quale compare la scritta Nichel tested.


Ringrazio la dottoressa Caprio e attendo i vostri commenti.
marco



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venerdì 24 giugno 2011

MI PRESENTO

Ciao e benvenuti sul mio Blog!
Mi chiamo marco e mi occupo per lavoro e per passione di cosmesi da oltre vent'anni.

Sono sposato (con Cristina) e papà di due cuccioli (Davide e Nicolò).

Come dicevo mi occupo di cosmetica e, al fine di sgomberare il campo dai sospetti, vi dirò anche per chi lavoro: Ardes Cosmetici.

Questo Blog nasce dalla volontà di condividere la mia esperienza nel settore della cosmetica naturale e chiacchierare sui temi che maggiormente stanno a cuore di chi questi cosmetici li acquista e li utilizza abitualmente.
Mi piacerebbe che questo spazio fosse utilizzato proprio soprattutto da chi questi cosmetici li utilizza abitualmente: perché scegliete di acquistare in erboristeria? Cosa apprezzate di questi cosmetici? E ancora: quale funzionalità richiedete al cosmetico naturale? Ne siete completamente soddisfatti o vi manca qualcosa?

Nei prossimi post pubblicherò anche alcune interviste a dottoresse che si occupano di cosmetica naturale: cosa ne pensano loro dei parabeni, dei conservanti alternativi, è attendibile il NICKEL TESTED...?

Navigando su internet si trovano opinioni e commenti che affermano tutto e il contrario di tutto: gli SLS fanno male, forse sì, forse no...forse chissà...discutiamone, cerchiamo risposte autorevoli: non crediamo a tutto quello che leggiamo (neppure qui, ovviamente!)...

Suggerite argomenti, temi, critiche e discussioni...questa piazza è a vostra disposizione senza censure (ovviamente nei limiti della buona educazione, che non deve mai mancare)...

marco curletto